L’erezione peniena è l’effetto della cascata di eventi psicologici, neurologici, endocrinologici e vascolari, che si attiva in seguito a stimoli riflessi o centrali.
L’erezione è basata inoltre su un equilibrio dinamico tra forze eccitatorie e inibitorie.
I segnali che provocano l’erezione possono originare nei genitali o nel cervello.
L’erezione del pene, però, è soprattutto un evento vascolare in cui il grado di erezione dipende dall’equilibrio tra l’afflusso arterioso (dalle arterie pudende) e il deflusso venoso (vene superficiali, vena dorsale profonda e vene cavernose).

Si distinguono diversi tipi di erezione:
- erezione riflessa: si realizza in seguito a stimolazione dei genitali esterni e delle zone erogene del corpo.
- erezione psicogena: si raggiunge grazie a stimoli sessuali elaborati a livello del Sistema Nervoso Centrale (immaginativi, visivi, uditivi, olfattivi ecc.).
- erezione notturna: si verifica spontaneamente durante le fasi di sonno profondo in ogni soggetto sano, mediamente in numero di 4 episodi, il cui significato si pensa sia legato alla preservazione dell’integrità delle strutture peniene.

Dopo un adeguato stimolo neuro-ormonale, i requisiti successivi per provocare l’erezione sono sia la capacità di aumentare il flusso ematico penieno e sia l’occlusione del deflusso venoso.
Gli studi di fisiologia dell’erezione hanno portato alla scoperta di un gran numero di ormoni, neurotrasmettitori e neuromodulatori: acetilcolina, catecolamine, peptide vasoattivo intestinale (VIP), prostaglandine e sostanze derivanti dall’endotelio, l’ossido di azoto (NO) ed endoteline. Questi messaggeri chimici inducono il rilassamento della muscolatura delle arterie e dei corpi cavernosi, causando un maggior afflusso di sangue nel pene. L’espansione dei corpi cavernosi comprime le vene che drenano il sangue dal pene, fino al punto da ostruirle e da intrappolare il sangue. Si produce così un’erezione.
In funzione dello stato emodinamico del pene, si distinguono 5 fasi successive nel meccanismo erettile:
- fase 0, (di flacidità), la muscolatura liscia dei corpi cavernosi si trova in uno stato di contrazione tonica, sotto la modulazione simpatica. Il pene è flaccido quando l’afflusso arterioso e venoso si controbilanciano.
- fase 1 (di latenza o di riempimento), la liberazione di sostanze vasoattive come l’ossido nitrico (NO), determina il rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi e delle arteriole con aumento del flusso arterioso verso gli spazi lacunari dei corpi cavernosi, a loro volta già dilatati, e diminuzione del deflusso venoso.
- fase 2 (di tumescenza) si realizza un ulteriore rilassamento della muscolatura liscia, il pene si modifica dimensionalmente con aumento della pressione all’interno dei corpi cavernosi fino a raggiungere un valore simile a quello della pressione arteriosa sistolica, e attivazione del meccanismo veno-occlusivo. Il pene è tumescente quando l’afflusso arterioso aumenta e il deflusso venoso diminuisce.
- fase 3 (di erezione piena) il pene raggiunge la sua massima espansione.
- fase 4 (di erezione rigida), la pressione intracavernosa supera quella sistolica, grazie alla contrazione volontaria e riflessa (riflesso bulbo-cavernoso) dei muscoli ischiocavernosi e bulbocavernosi, e si raggiunge la completa rigidità.
- fase 5 (di detumescenza), recupero dello stato di flacidità peniena, per contrazione della muscolatura liscia arteriolare e dei corpi cavernosi, con riduzione dell’afflusso arterioso, aumento del deflusso venoso, e riduzione della pressione intracavernosa.
L’erezione, però, è solo un aspetto della funzione sessuale. Funzione che può essere descritta come la fisiologica sequenza di eventi che, iniziando dall’eccitazione, si completa con l’orgasmo.
Masters e Johnson hanno descritto e documentato sperimentalmente tale sequenza di eventi in quattro stadi:
Durante la fase di plateau il livello di eccitazione diventa sempre più elevato. Aumenta la dimensione del glande che potrà anche cambiare colore (violaceo). Cresce il battito cardiaco, la pressione del sangue sale, il respiro è più intenso. Anche il flusso del sangue aumenta, producendo un ulteriore ingrossamento del pene e dei testicoli, le cui dimensioni possono aumentare anche del 50%. Le piccole ghiandole di Cowper rilasciano alcune gocce di fluido pre-eiaculatorio, una sostanza chiara e lubrificante che fuoriesce dalla punta del pene.
La percezione del piacere, collegata alla fase di “espulsione” del liquido seminale dall’uretra, è preceduta dalla cosiddetta fase di “emissione”, in cui il liquido seminale si raccoglie nella porzione bulbare dell’uretra, e questa fase corrisponde a quella che Masters e Johnson chiamano di “inevitabilità dell’eiaculazione”, poiché una volta verificatasi, il completamento dell’eiaculazione risulta inarrestabile.
Questa fase è variabile nei diversi individui e con l’età. Il sangue che riempiva gli organi genitali drena rapidamente e il pene perde l’erezione, tornando allo stato flaccido. I testicoli scendono nuovamente e riassumono le loro normali dimensioni. Diminuisce progressivamente la tensione muscolare e l’eventuale rossore della pelle inizia a scomparire. Anche il respiro, il battito cardiaco e la pressione sanguigna tornano ai livelli normali.
Subito dopo l’orgasmo e la fase di risoluzione l’uomo entra nel cosiddetto periodo “refrattario”. In questo lasso di tempo nessuna stimolazione potrà produrre un ulteriore orgasmo. Nei ragazzi più giovani il periodo refrattario dura solitamente pochi minuti, mentre negli uomini più adulti può durare alcune ore (o anche giorni nei più anziani). Le donne, diversamente dagli uomini, non hanno un vero e proprio periodo refrattario ed è per questo che possono raggiungere diversi orgasmi in successione.
Eiaculazione
L’eiaculazione si manifesta, normalmente, con l’orgasmo e segue, di regola, la fine dell’erezione. La finalità dell’eiaculazione, è quella di portare il seme maschile all’interno della vagina presso la cervice dell’utero.
Le fasi del riflesso eiaculatorio sono due, coerenti e coordinate.
In particolare, la prima fase consiste nella contrazione degli organi riproduttivi interni (il condotto deferente, la prostata, le vescicole seminali, la parte interna dell’uretra) e avviene sotto il controllo del sistema nervoso autonomo ed è definita “emissione”. In altri termini, questa contrazione dell’apparato interno, raccoglie i vari componenti dello sperma (gli spermatozoi e il liquido prostatico) e trasferisce il liquido all’uretra bulbare immediatamente prima dell’orgasmo, per consentire al meccanismo eiaculatore esterno di espellere lo sperma.
La seconda fase, definita “eiaculazione”, consiste nel meccanismo che consente la fuoriuscita del seme attraverso l’uretra.
Essa è caratterizzata dalle contrazioni del muscolo striato, dei muscoli bulbari e, pur essendo un riflesso del muscolo involontario, è mediata dal sistema volontario.
Anche se si possono definire due fasi ben distinte, avvenuta l’emissione, è molto difficile per l’uomo trattenere volontariamente il secondo momento dell’eiaculazione.
Si verifica cioè la sensazione e situazione di “inevitabilità dell’eiaculazione”.